La Secessione Floreale a Gorizia:

il nuovo ruolo dei fiori e la convivialità a tavola e fra le famiglie goriziane fra fine ‘800 e primi ‘900

Progetto realizzato in collaborazione con:

  • REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA – ASSESSORATO CULTURA
  • COMUNE DI GORIZIA
  • PREFETTURA DI GORIZIA
  • COMUNE DI SAN CANZIAN D’ISONZO
  • CONSORZIO CULTURALE DEL MONFALCONESE – ECOMUSEO TERRITORI
  • ASSOCIAZIONE PROGETTO FUTURO
  • PROLOCO SAN CANZIAN D’ISONZO
  • CLUB PER L’UNESCO DI UDINE
  • UNIONE CUOCHI FVG
  • CONSORZIO GRADO TURISMO
  • GRAND HOTEL ASTORIA DI GRADO
  • CARNICA ARTE TESSILE
  • CASSA RURALE FVG

 

È la continuazione della prima mostra tenutasi nel 2017 a Grado, dal titolo: La Secessione floreale a Gorizia: floricoltura industriale e arte floreale nel costume e nella società goriziana. Questo nuovo modulo illustrerà i diversi aspetti della rivoluzionaria introduzione dei fiori a tavola e nelle famiglie goriziane, avvenuta nel periodo.

I fiori diventano il nuovo elemento decorativo della tavola: assumono nuovi significati simbolici, rappresentano la ricerca e la nascita di nuove convivialità e relazioni sociali. I fiori divengono inoltre l’ingrediente di raffinate ricette di influenza asburgica. La mostra proporrà al pubblico tali ricette, tra cui la pregiata Violetta Candita di Gorizia.

Gorizia è la “Nizza austriaca” per la sua vicinanza al mare, meta del turismo dell’epoca e per il fervore culturale che la caratterizza. È un periodo di ottimismo e di intensa creatività con una società in profonda trasformazione in cui il Liberty o Stile Floreale gioca un ruolo fondamentale e pervasivo.

 

Dal 1850, con la nascita a Gorizia delle prime floricolture in forma industriale, si sviluppa un’ importante attività di produzione e di esportazione floricola che in qualche decennio conquista sia il mercato dell’Impero Austroungarico che del Regno d’Italia. L’economia influenza il costume, e viceversa.

 

Il cambiamento arriva anche sulla tavola della borghesia goriziana: si passa dal servizio alla francese (grandi vassoi di vivande che occupano tutta la tavola) al servizio alla russa, che introduce i piatti di portata. La tavola diventa il regno delle composizioni floreali, lo spazio di nuove simbologie e narrative fatte di convivialità, eleganza, creatività, socialità. I fiori e gli altri elementi vegetali diventano protagonisti nell’armonia della tavola, occupano uno spazio preciso e vengono composti in preziosi vasi di porcellana accanto ai candelabri. Sono scelti sia per l’aspetto estetico sia per il loro significato simbolico e terapeutico: arriva il linguaggio segreto dei fiori, utilizzato anche durante i pasti.

L’obiettivo del progetto è di ripercorrere quel tempo attraverso una mostra, allestita nelle sale liberty del Grand Hotel Astoria di Grado, dal 21 marzo (è primavera con le violette di campo) a fine maggio 2019. Una serie di tavoli e tavolini, completi di mise en place e fiori, racconteranno, attraverso pannelli esplicativi, la vita e la convivialità delle famiglie goriziane: la colazione, il pranzo della domenica, il banchetto del matrimonio, il battesimo, la Pasqua, il Natale…

Accanto ai tavoli una collezione di cartoline originali dell’epoca e nel piano bar dell’albergo, nella sala che ricorda una nave da crociera dei primi ‘900, una serie di pannelli con la riproduzione di scorci di interni delle ville signorili e ritratti di famiglia.

 

 

 

LA FLORICOLTURA INDUSTRIALE A GORIZIA fra il 1850 e la Grande Guerra

A Gorizia, nella seconda metà dell’800 e più in particolare nell’ultimo ventennio si ravvisa un forte interessamento per la coltivazione di piante ornamentali e fiori a scopo commerciale; sorsero infatti vari stabilimenti sia in città che alle pendici del colle del Castello, della Castagnevizza e del San Marco, a San Pietro e a Rosenthal. Aziende che si fecero conoscere non solo nell’impero Austro-Ungarico ma anche all’estero, soprattutto in Germania e nell’Europa dell’Est. Proprietari degli stabilimenti erano sia goriziani che cittadini stranieri arrivati in città per il clima favorevole; venivano coltivati fiori recisi e soprattutto violette, fiore di moda molto richiesto a Corte. La viola con la rosa e il giglio erano i tre fiori classici dell’antichità coltivati fin da tempo remoto e tenuti in gran pregio sia per la loro bellezza che per la loro origine divina. La rosa era molto richiesta nel goriziano e veniva proposta in moltissime varietà: borbonica, thea, thea hybrida, noisette, muscosa, indica, rifiorente, del Bengala e rosai a basso fusto provenienti dalla Germania. Grandi coltivazioni si attuavano in pieno campo e nelle serre a Rosenthal dalla ditta Voigtlander. Ogni azienda aveva una o due serre riscaldate quale vivaio di germinazione e per la coltivazione di piante ornamentali delicate da fiore e da fogliame, anche se la produzione maggiore avveniva sempre in pieno campo, sia per le bulbose che  per le essenze arboree e arbustive. Il commercio di fronde verdi o dipinte era molto richiesto dalla Germania, giardini privati e boschi erano luogo di raccolta di queste fronde. Molto richiesto era l’alloro, foglie e bacche, che venivano utilizzate per scopi fitoterapici, farmaceutici e veterinari. Dopo la prima guerra la produzione di alloro e lauro ceraso aumentò, le foglie venivano imballate a strati e inumidite per essere spedite in cassette tramite ferrovia verso i paesi del nord dove venivano utilizzate dai fiorai per una particolare confezione di corone commemorative per i caduti in guerra. Un’altra coltivazione significativa che veniva fatta nel goriziano, già nell’ultimo decennio dell’ 800, in particolare a San Pietro, era quella dei garofani, il dianthus carophyllus usato come pianta ornamentale. Importante a  questo proposito era il vivaio del tedesco Martino Richter che coltivava a migliaia garofani in vaso. Con l’inizio del ‘900 venne incrementata la coltivazione del crisantemo. Già nel 1857 lo stabilimento de Persa proponeva venti varietà di crisantemi nani. A fare da padrone in questa situazione però fu Ferrant che nel 1904 proponeva 123 varietà di crisantemi, di tutte le fogge e misure. Parecchi di questi fiori vennero premiati alla prima Esposizione del crisantemo tenutasi a Gorizia nel 1901. Altre ditte si interessavano in forma industriale alla coltivazione dei crisantemi tra cui, già alla fine dell’800 la famiglia Mervic di San Pietro. Fiore da esportazione, veniva confezionato in modo adeguato per sopravvivere al trasporto e quindi veniva spedito a Vienna, Praga, Budapest, Monaco e Varsavia. Allo scoppio del conflitto bellico molte aziende si ritrovarono in prima linea e subirono danni talvolta irreparabili: così avvenne per le ditte Gorian, Voigtlander, Ferrant, Claucig, Fischer, Petarin, Velicogna, Mervic, Stolfa, Bosulin e tanti altri. Il dopoguerra portò Gorizia a non essere più considerata città meridionale di uno stato (entra l’Italia) e quindi non potè più far valere la propria vegetazione mediterranea. Trovò anzi una forte concorrenza nella produzione floricola della riviera ligure che usufruiva, per il commercio, di facilitazioni doganali per la propria produzione. Per sbloccare la situazione la Camera di Commercio di allora, nel 1920 richiese al governo di Roma agevolazioni di dazio. Dopo la ricostruzione ripresero le antiche relazioni commerciali, ripresero le spedizioni all’estero a Vienna, Praga, in Germania, in Polonia; il commercio si estese verso mercati interni quali Udine, Trieste, Venezia, Milano.

La Floricoltura Industriale proponeva:

begonie, cinerarie, ciclamini, azalee, araucarie, asparagus, erica, felci, violette, garofani, rosai, crisantemi, primule, kentia, phoenix canariensis, cocos, chamaerops, cicas, aspidistria, croton, giacinti, tulipani, narcisi, peonie, gladioli, iris, lantane, gigli, dalie, dacaene , pelargoni, oleandri, lauroceraso, gladioli, margherite, gerani, astri.

 ” Anche i fiori vengono chiamati in causa”

                                                                                                                                                                 di Liubina Debeni Soravito

                                                                                                                periodico Grado e la provincia isontina, maggio 1997                       

                                                       

 

 

                                

 

      

 

            

 

                          

 

                

Durata della mostra dal 21 marzo al 31 maggio 2019 nella Sala Nuvola del Grand Hotel Astoria di Grado, aperta tutti i giorni dalle 11.00 alle 22.00. L’ingresso è libero

Durante la mostra verranno realizzate delle conferenze tematiche sulla storia e società a Gorizia nell’800, la convivialità, i fiori dalla Grande Guerra ad oggi, la nascita e lo sviluppo dei mercati internazionali.

Per informazioni sulla mostra ed il programma:

info@scuolafioristifvg.it

fb scuolafioristifvg